La musica gratis? anche NO !

Etichette discografiche 2.0

Perchè fare musica oggi non è gratis? Ci sono tante dinamiche che “spaccano il mercato”, non è più come 30 anni fa quando le etichette discografiche si caricavano interamente i costi di un progetto. Oggi è impossibile.

Cerchiamo di analizzare i fattori:

1) nell’era digitale, con il web a disposizione ed i software/Hardware abbordabili praticamente da tutti, fare musica è diventato facilissimo (attenzione non parlo di qualità ma di QUANTITA’). L’offerta musicale è ABNORME per qualunque tipo di mercato . Chiunque ha mezza idea la pubblica, pensando di aver scritto la nuova “Imagine” (glielo auguriamo!).

2) Le etichette discografiche, oggi giorno, sono diventate società/ditte che offrono servizi ai prezzi più disparati (in taluni casi davvero disperati, per ciò che si è capaci di fare!). Il produttore è un “consulente” che l’artista ingaggia come se fosse un avvocato/commercialista/medico e mette a disposizione il suo talento e la sua rete professionale di contatti (diffidate dei produttori di etichette con a capo un produttore di 14 anni!). Romanticamente parlando le label sono un team, una famiglia a cui riferirsi per curare i propri interessi ben protetti dagli squali del mondo esterno (qualora non siano esse stesse una piscina di alligatori famelici !)

3) non state a credere alle favole . La musica si costruisce “passo dopo passo” e sono gli artisti ad essere i primi imprenditori di se stessi. Certamente può esserci il talento supersonico che spunta dal web con produzioni casalinghe ma è come un ago in un pagliaio e, se andrete ben a vedere, avrà fatto anche lui i suoi begli investimenti. L’etichetta arriva in una seconda fase, come supporto ad un emergente, come amplificatore e cesellatore di prodotti o, nei casi migliori, con una co-produzione con un artisti già lanciati.

Vale l’antico detto : “Se non ci credi tu in te stesso perchè dovrebbe crederci un altro?”

E gli investimenti?

Il talento va premiato ma c’è un mercato da rispettare e quest’ultimo è fottutamente in crisi. Un artista con ZERO STORIA è, nella stragrande maggioranza dei casi, un prodotto acerbo, inesperto e difficilmente appetibile per il mercato (utenti /media/vendite etc.).
Va quindi accompagnato in un processo di crescita e ciò è definibile a pieno titolo un LAVORO. Gli investimenti, del buon produttore discografico 2.0, devono essere commisurati al rapporto talento-produttività economica dell’artista in questione. Non si può assolutamente prescindere da questo fattore, a meno che non siate nababbi arcimiliardari e facciate musica per riempire le vostre danarose vite.

Ed i musicisti?

Ma è mai possibile che vogliate suonare tutto in maniera digitale con dei freddissimi loop? i MUSICISTI ragazzi, sono il sale della musica, sono imprescindibili ed anche loro, oggi giorno, sono diventati concorrenziali, quindi affidarsi ad un’etichetta vuol dire garantirsi un team di lavoro di qualità e professionalità che aumenterà lo spessore del Vostro progetto e vi farà fare un’esperienza artistico-umana impagabile.

Un consiglio?

Spendete meno soldi in concorsetti e festival che non vi serviranno a niente, in strumenti luccicanti da professionisti che ancora non siete, in schede audio che a stento sapete accendere. Quel poco che avete conservatelo perchè vi servirà per investire nel vostro sogno, esattamente come tutte le piccole aziende start-up. Studiate tanto ed ascoltate musica, scrivete fino allo sfinimento, suonate anche nei pub che vi rimborsano le spese, la gavetta è fondamentale. Non i talent-show, quelli possono essere un approdo ma mai un obiettivo, guai se fosse così. Se il “sacro fuoco” del musicista sarà una fiammella presente in voi lo sentirete ardere e salirà su prepotente. In caso contrario c’è una vita che vi attende, altrettanto fantastica, piena di opportunità e lavori e , dimenticatevi che fare gli artisti sia esibizionismo.

Per quello c’è sempre un posto vacante su qualche “Trono televisivo”. Non critichiamo nemmeno quelle vocazioni, se volute ed ambite come vita.

Buona musica a tutti e basta chiedere produzioni gratuite alla gente che lavora 🙂

                Nando Misuraca
               (CEO Suono Libero Music)